Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Italo Calvino
Edity propone una selezione di classici della narrativa in una nuova collana, curata da Elvira Martino, dal titolo “Exempla”, esemplari e modelli che, nonostante il tempo trascorso, riescono a dirci sempre qualcosa.
Cenere fa parte dei romanzi della maturità artistica e umana di Grazia Deledda, prima e unica donna italiana premio Nobel per la Letteratura del 1926.
Il romanzo, inizialmente pubblicato sulla “Nuova Antologia” nel 1903 (nn. 187-88 gennaio-marzo) e poi in volume nel 1904 presso l’editrice romana Ripamonti e Colombo, da cui fu tratto nel 1916 un film interpretato da Eleonora Duse, attesta la raggiunta maturità della scrittrice.
In esso sono presenti tutti gli elementi che l’hanno resa famosa e meritevole del Nobel. Primo fra tutti, il perfetto compenetrarsi tra i personaggi con i loro caratteri peculiari e la natura. E la gente che la Deledda disegna, qui come in tutte le sue opere, costruisce un quadro mirabile di passioni, patemi, ingenuità e crudeltà senza colpe.
Olì, una giovane donna incontra un uomo sposato del quale si innamora e con cui concepisce un figlio. Per questo lei viene cacciata di casa, e trascorsi i primi anni col figlio Anania, nell'angoscia di non poter dare a suo figlio una vita dignitosa, vista la sua condizione di povera e disonorata, lo abbandona a soli sette anni davanti alla casa paterna. Questi, divenuto adulto, rintraccerà la madre, e di conseguenza perderà la promessa sposa, poiché questa rifiuterà di accettare la presenza di una suocera disonorata e socialmente impresentabile
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Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Italo Calvino
Edity propone una selezione di classici della narrativa in una nuova collana, curata da Elvira Martino, dal titolo “Exempla”, esemplari e modelli che, nonostante il tempo trascorso, riescono a dirci sempre qualcosa.
Cenere fa parte dei romanzi della maturità artistica e umana di Grazia Deledda, prima e unica donna italiana premio Nobel per la Letteratura del 1926.
Il romanzo, inizialmente pubblicato sulla “Nuova Antologia” nel 1903 (nn. 187-88 gennaio-marzo) e poi in volume nel 1904 presso l’editrice romana Ripamonti e Colombo, da cui fu tratto nel 1916 un film interpretato da Eleonora Duse, attesta la raggiunta maturità della scrittrice.
In esso sono presenti tutti gli elementi che l’hanno resa famosa e meritevole del Nobel. Primo fra tutti, il perfetto compenetrarsi tra i personaggi con i loro caratteri peculiari e la natura. E la gente che la Deledda disegna, qui come in tutte le sue opere, costruisce un quadro mirabile di passioni, patemi, ingenuità e crudeltà senza colpe.
Olì, una giovane donna incontra un uomo sposato del quale si innamora e con cui concepisce un figlio. Per questo lei viene cacciata di casa, e trascorsi i primi anni col figlio Anania, nell'angoscia di non poter dare a suo figlio una vita dignitosa, vista la sua condizione di povera e disonorata, lo abbandona a soli sette anni davanti alla casa paterna. Questi, divenuto adulto, rintraccerà la madre, e di conseguenza perderà la promessa sposa, poiché questa rifiuterà di accettare la presenza di una suocera disonorata e socialmente impresentabile
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