Ci sono momenti nella vita in cui un episodio, potrebbe essere un semplice gesto o un dono inatteso, diventano il portale per un mondo nuovo, un modo nuovo per entrare in una nuova realtà fatto di storie, emozioni, riflessioni, sospensioni che ci sorprendono e ci trasformano. A me pare che questo viaggio in parole di Angelo faccia proprio questo: ci catapulta in un momento in perenne disequilibrio tra caos, caso e karma.
Una storia che nasce dall'incontro magico tra un uomo e un burattino di legno, chiamato affettuosamente Mandorlo.
E Mandorlo, lo scoprirete presto, non è solo un opera ricavata intagliando un ceppo di legno, ma questo già lo avrete capito.
Mandorlo diventa allora il simbolo di un viaggio interiore, un medium che permette al protagonista di esplorare le profondità del suo essere, di dare voce a pensieri nascosti e a sentimenti sopiti e dimenticati. In questo racconto Angelo (ma quanto è azzeccato il suo nome ora che ci penso…) ci guida attraverso un dialogo intimo e profondo, dove realtà e immaginazione si fondono in un gioco delicato e affascinante talvolta doloroso e dolente. È un viaggio che si svolge tra terre lontane e territori inesplorati della mente, del cuore, dell’anima, dello spirito del mondo e dell’umanità dove ogni parola, ogni gesto, assume un significato nuovo e rivelatore, uno scavo nell’essenza del nostro essere “uomini”.
Come “animatore di conoscenza per diversamente giovani” (visto che fatico a calzare l’etichetta che i più mi attribuiscono che è formatore per adulti), ho sempre creduto nel potere delle storie.
Perché badate le storie non sono solo una forma di intrattenimento, ma un potente strumento per comprendere meglio noi stessi e gli altri. Attraverso la Narr-Azione, possiamo dare forma alla nostra identità, esprimere le nostre emozioni più profonde e connetterci con chi ci ascolta su un livello più autentico e umano.
E il racconto di Angelo è un esempio deliziosamente perfetto e grondante di onestà di come una storia ben raccontata possa non solo intrattenere, ma anche ispirare e trasformare, talvolta come una lieve brezza, in altri momenti come un tornado spiazzante e dolente.
In queste pagine, troverete non solo una storia affascinante, ma anche un invito alla riflessione e alla meditazione. Il dialogo tra il protagonista e Mandorlo ci ricorda l'importanza di fermarsi talvolta, di ascoltare quella voce interiore che spesso ignoriamo nella frenesia della vita quotidiana. Ci invita a esplorare le nostre radici, a riconnetterci con ciò che siamo veramente e a dare un significato alla nostra esistenza, non limitarci alla muta rassegnazione di qualcosa che ci sembra enorme, troppo grande per noi piccoli uomini finiti e nudi.
Vi invito a lasciarvi trasportare da questa storia, a entrare nel mondo di Mandorlo con mente e cuore aperti, e a scoprire quale parte di voi stessi potrà risvegliarsi attraverso questo racconto. Che il viaggio che state per intraprendere possa essere un momento di scoperta e di crescita, come lo è stato per il protagonista e… per me, in compagnia di un kaleidoscopio di emozioni e visioni.
Ci sono momenti nella vita in cui un episodio, potrebbe essere un semplice gesto o un dono inatteso, diventano il portale per un mondo nuovo, un modo nuovo per entrare in una nuova realtà fatto di storie, emozioni, riflessioni, sospensioni che ci sorprendono e ci trasformano. A me pare che questo viaggio in parole di Angelo faccia proprio questo: ci catapulta in un momento in perenne disequilibrio tra caos, caso e karma.
Una storia che nasce dall'incontro magico tra un uomo e un burattino di legno, chiamato affettuosamente Mandorlo.
E Mandorlo, lo scoprirete presto, non è solo un opera ricavata intagliando un ceppo di legno, ma questo già lo avrete capito.
Mandorlo diventa allora il simbolo di un viaggio interiore, un medium che permette al protagonista di esplorare le profondità del suo essere, di dare voce a pensieri nascosti e a sentimenti sopiti e dimenticati. In questo racconto Angelo (ma quanto è azzeccato il suo nome ora che ci penso…) ci guida attraverso un dialogo intimo e profondo, dove realtà e immaginazione si fondono in un gioco delicato e affascinante talvolta doloroso e dolente. È un viaggio che si svolge tra terre lontane e territori inesplorati della mente, del cuore, dell’anima, dello spirito del mondo e dell’umanità dove ogni parola, ogni gesto, assume un significato nuovo e rivelatore, uno scavo nell’essenza del nostro essere “uomini”.
Come “animatore di conoscenza per diversamente giovani” (visto che fatico a calzare l’etichetta che i più mi attribuiscono che è formatore per adulti), ho sempre creduto nel potere delle storie.
Perché badate le storie non sono solo una forma di intrattenimento, ma un potente strumento per comprendere meglio noi stessi e gli altri. Attraverso la Narr-Azione, possiamo dare forma alla nostra identità, esprimere le nostre emozioni più profonde e connetterci con chi ci ascolta su un livello più autentico e umano.
E il racconto di Angelo è un esempio deliziosamente perfetto e grondante di onestà di come una storia ben raccontata possa non solo intrattenere, ma anche ispirare e trasformare, talvolta come una lieve brezza, in altri momenti come un tornado spiazzante e dolente.
In queste pagine, troverete non solo una storia affascinante, ma anche un invito alla riflessione e alla meditazione. Il dialogo tra il protagonista e Mandorlo ci ricorda l'importanza di fermarsi talvolta, di ascoltare quella voce interiore che spesso ignoriamo nella frenesia della vita quotidiana. Ci invita a esplorare le nostre radici, a riconnetterci con ciò che siamo veramente e a dare un significato alla nostra esistenza, non limitarci alla muta rassegnazione di qualcosa che ci sembra enorme, troppo grande per noi piccoli uomini finiti e nudi.
Vi invito a lasciarvi trasportare da questa storia, a entrare nel mondo di Mandorlo con mente e cuore aperti, e a scoprire quale parte di voi stessi potrà risvegliarsi attraverso questo racconto. Che il viaggio che state per intraprendere possa essere un momento di scoperta e di crescita, come lo è stato per il protagonista e… per me, in compagnia di un kaleidoscopio di emozioni e visioni.
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